PROVENIENZA E RESIDENZA PARTI INDISSOLUBILI DEL NOSTRO VIVERE



Di dove sei? È la domanda che spesso rivolgiamo a chi non riconosciamo immediatamente come appartenente ai nostri luoghi, a chi parla la lingua con accento diverso o non la parla quasi per nulla. Ci sentiamo rivolgere il quesito quando siamo in giro, fuori dal nostro ambiente, oppure, come mi capita, quando abitiamo una città da molto tempo, ma l’accento tradisce origini lontane. Che cosa significa di dove sei? Se si intende dove sei nato il significato è preciso, inequivocabile. Ognuno di noi è nato in un preciso luogo e questo fa parte indissolubile del singolo essere umano. Sono di … è la risposta che il nostro interlocutore si aspetta. Ma la risposta non è così semplice in tutti i casi. Si è nati in un luogo preciso, ma ci si può essere spostati da piccoli, perché la famiglia si è trasferita. Abbiamo vissuto alcuni anni nel luogo di nascita e poi siamo andati altrove, ed in quel caso di dove siamo? O ancora se ci siamo spostati da adulti, magari in città o Paesi diversi che cosa possiamo rispondere? Non è una questione di poco conto, ma assume importanza nei rapporti sociali. Sapere di dove proviene chi ci sta di fronte ci lascia immaginare qualcosa in più della persona, ci aiuta a farci un’opinione. Ma, mi domando, quello che scatta nella mente è opinione o pregiudizio? Se dico che sono del Senegal o della Svezia ha lo stesso impatto su chi mi sta fronte? La risposta è semplice ed immediata, non è certamente la stessa cosa. Nella mente di ognuno di noi scattano automatismi che fanno apparire chi ci sta di fronte in modo assolutamente diverso a seconda della sua risposta. Per fare esempi italiani se a Milano si incontra una persona, che magari risiede nel capoluogo lombardo da molte decine di anni, e si domanda di dove è, a seconda della risposta il pregiudizio che scatta in noi ce lo fa avvicinare o allontanare. Lo riteniamo, magari inconsciamente, più o meno simpatico, più o meno affidabile, più o meno serio o lavoratore associando la persona agli stereotipi del luogo del quale dichiara la provenienza. La domanda “di dove sei?” dovrebbe essere interpretata in modo differente. Siamo di dove viviamo stabilmente da un qualche tempo, della comunità della quale abbiamo assimilato le abitudini ed il modo di vivere. Continuare a sentirsi del luogo natio, per chi si muove, è un grave errore, che spesso costringe in un vero e proprio ghetto coloro che si ritrovano sulla base di un comune luogo di nascita che assai di frequente rappresenta l’unico motivo di aggregazione. Io sono del luogo dove ho dormito stabilmente negli ultimi anni, dove cerco di integrarmi, di fare conoscenze e di comunicare. Solo questo può portare all’integrazione, i ghetti talvolta li costruiscono coloro che poi vi si identificano. Ognuno che si sposta, che si muove dal luogo natio, dalla propria terra di origine, deve fare di tutto per vivere nella comunità dove si trova, senza rimpiangere la terra lasciata. Sarebbe come rimpiangere l’infanzia, che sappiamo bene non ritorna. Ed allora alla domanda “di dove sei?” occorre rispondere con il luogo di residenza. Molti faranno un sorriso e ci diranno che non è possibile., ma spiegando che siamo nati in un luogo e che viviamo nel nuovo contesto da un certo numero di anni, riusciremo con minore difficoltà a vincere quei pregiudizi che spesso rischiano di formare una barriera insormontabile.






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