LETTERA AD UN BAMBINO APPENA NATO E TOLTO ALLA MADRE



Apprendere che è nato un bambino è sempre una bellissima notizia. Tutto diventa oscuro quando si sa che appena è venuto al mondo è stato tolto dalla madre. Così è nel caso della donna milanese condannata per avere gettato acido in faccia e sfigurato un giovane. Un delitto premeditato, che ha cambiato per sempre una giovane vita. Un delitto efferato, del quale le cronache raccontano non ci sia stato alcun pentimento. Una condanna, quella che è stata inflitta alla donna, ad anni di carcere che la cambieranno per sempre, così come lei ha cambiato la sua vittima. Ma nel frattempo è nato un bambino. La donna ha una relazione con il suo complice, con colui che l’ha aiutata nel compiere il gesto criminale e dal loro amore, che per molti può essere giudicato folle, è nato un bambino. Un maschietto perfettamente sano che la madre non ha neppure potuto stringere a sé. La Giustizia italiana glielo ha tolto appena è venuto alla luce, lo ha allontanato dalle cure e dall’amore che, con ogni probabilità, anche chi si è reso protagonista di un delitto, è in grado di riversare sul proprio figlio. Le decisioni della Giustizia devono essere rispettate, sempre e comunque perché i giudici agiscono per il bene della collettività. Ma in questa occasione ci vengono spontanee alcune considerazioni. La prima riguarda il bambino. Quale delitto ha commesso? Di che cosa lo si può accusare appena si è affacciato alla vita? Le cure materne sono indispensabili, come ci insegna la storia stessa del genere umano. L’amore della madre è la migliore soluzione perché un neonato possa crescere e vivere ed è un diritto inalienabile. Il seno materno, di qualunque madre si tratti, è insostituibile, è elemento che non può essere surrogato con il latte artificiale. Oltre agli elementi naturali manca, nel caso specifico, l’amore materno che moltiplica tutto, fa diventare la vita una cosa splendida e quello della madre un ricordo che rimane impresso per sempre nella memoria, probabilmente anche nel caso di una madre che si è macchiata di un delitto. Siamo una società cosiddetta civile, ci commuoviamo di fronte agli animali che rivolgono le loro cure ai neonati, ma siamo in grado di privare un bambino del più elementare dei diritti, quello di essere amorevolmente custodito dalla propria madre. Il bambino è nato il giorno di ferragosto, giornata dedicata alle ferie. Ha avuto questa ventura di venire al mondo in un periodo nel quale i Tribunali sono chiusi ed i giudici decideranno se lasciare il bambino alla madre o se toglierlo per affidarlo o farlo adottare. Decideranno, ed intanto il bambino non può nutrirsi del latte materno, l’alimento più naturale che ci sia. Eppure si sapeva che doveva nascere, non ci si poteva pensare e decidere qualche settimana addietro? Oppure riunirsi d’urgenza il giorno di ferragosto rinunciando a qualche ora di vacanza a beneficio di un bambino venuto al mondo senza alcuna colpa? Chi potrà spigargli, quando sarà adulto tutto quello che è successo? Come potrà amare la nostra società, la nostra civiltà avanzata? Ti chiedo scusa, piccola creatura innocente, scusa per quello che siamo stati capaci di fare nei tuoi confronti appena sei arrivato qui, sul nostro pianeta. Scusa per averti fatto scontare una pena che non è tua, averti fatto pagare un conto che non ti spetta. Cresci felice, qualunque sarà la decisione dei giudici, ed abbi una vita sana e lunga. Te lo meriti per quello che stai subendo in queste ore.






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