POCHI LEGGONO IL QUOTIDIANO NELLE METROPOLITANE DELL’OCCIDENTE

Un segno evidente del cambiamento che stiamo vivendo

Ogni qualvolta salgo sulla metropolitana di una qualsiasi città europea resto colpito dal fatto che vedo poche, pochissime persone che leggono un giornale quotidiano. Solo qualche anno addietro prendere un mezzo pubblico al mattino significava vedersi sbattere in faccia il giornale e talvolta capitava di leggerlo senza neppure averlo acquistato. Oggi si possono notare persone di qualunque età che tengono tra le mani un apparecchio elettronico, il più delle volte un telefono cosiddetto intelligente, uno smart phone. Sulle apparecchiature di maggiori dimensioni, i tablet, alcuni leggono il quotidiano in forma elettronica. Un modo certamente comodo per fruire del’informazione. Si può dire anche ecologico, che non impiega materia per trasferire concetti, idee, informazione. Negli stessi apparecchi si possono leggere libri, portarsi appresso un’ immensa biblioteca in poche decine di grammi. Con la diffusione del segnale internet anche nei cunicoli del metrò il sapere umano è sempre alla portata. Un grande progresso tecnologico che ha smaterializzato la scrittura, l’ha resa libera da molti vincoli. Carta e penna in tempi recenti erano disponibili per tutti nel mondo occidentale, ma merce assai rara in molti Paesi del terzo mondo. La disponibilità di libri sui quali poter apprendere oggi è pressoché globale, dovunque possa arrivare l’energia elettrica ed un segnale internet. Se un limite allo sviluppo delle popolazioni poteva essere la scarsa o nulla disponibilità dei mezzi per la scolarizzazione dei giovani, oggi lo si sta superando. In fondo il sapere è del tutto immateriale e la scrittura è efficace ed assolve la sua funzione sia sul marmo che sulla carta che sui tablet. Ma che cosa fanno realmente le persone sulle metropolitane dell’occidente? Osservando con attenzione noto che la maggior parte fa scorrere velocemente le pagine su telefonini di piccole dimensioni poco adatti ad essere usati per la lettura. I social network la fanno da padrone e le notizie che si vogliono apprendere riguardano la cerchia delle amicizie. Poco interessa quello che accade nel mondo, siamo sempre più portati a chiuderci in una cerchia più o meno ristretta. Una cerchia nella quale ognuno parla di se stesso come se stesse sottoponendosi ad una seduta psicoanalitica, commenta quello che gli amici scrivono e approva con un “mi piace” quello che risulta soddisfacente. Un fenomeno ancora tutto da studiare e da valutare nel tempo. Intanto, oggi, i giornali quotidiani perdono vendite in modo irrefrenabile, i periodici lamentano la contrazione dei loro mercati. Il segno dei cambiamenti è evidente, sotto i nostri occhi. Le giovani generazioni non sentono più il bisogno di un approfondimento dell’informazione, si accontentano di una veloce rassegna delle notizie. Bene, male: chi lo può dire? Io sono però certo che queste mie righe possono essere lette da chiunque in qualsiasi parte del mondo. le mie idee e quelle di chiunque possono circolare in maniera rapida e capillare. Una grande conquista per l’umanità. Così il vecchio, e a me molto caro, giornale quotidiano è probabile che diventi un ricordo ed un’icona del secolo che si è concluso.






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