IL VOTO EUROPEO OCCASIONE DA NON SPRECARE



Si avvicina rapidamente la data fissata per eleggere i nuovi rappresentanti del popolo che andranno al parlamento europeo. L’Europa rinnova le proprie cariche in un momento politico molto delicato. Sono molte le forze in gioco che vorrebbero tornare indietro, ad un’Europa divisa in tanti stati in competizione tra loro e col rischio di vedere nuovamente i terreni europei tingersi del rosso del sangue della guerra. I politici che, per il loro interesse di parte, cavalcano il malcontento di vasti strati della popolazione, forse non comprendono appieno il rischio che ci fanno correre. Il vento antieuropeista spira trasversalmente in molte nazioni. Dalla Grecia alla Francia, dall’Italia all’opulenta Germania. Le motivazioni sono differenti, così come le proposte, ma l’obiettivo è uno solo. Che la crisi economica abbia ridotto di molto le capacità di spesa dei singoli ed abbia, di fatto, portato ad una riduzione dello stato di benessere è fatto ormai assodato. La disoccupazione ha toccato livelli da record e la ripresa, più volte annunciata, stenta a dare segnali concreti della sua presenza. Molti di coloro che qualche anno addietro potevano permettersi qualche piccolo lusso sono costretti a rinunciare, talvolta, all’essenziale. Ma il territorio europeo, il nostro continente, rimane la prima potenza economica mondiale, dove il livello medio di benessere è superiore ad ogni altra parte del mondo. Non dimentichiamo che siamo usciti da una guerra che ha distrutto materialmente e moralmente una vasta area del continente e dalla quale siamo usciti tutti sconfitti. La tenacia e lungimiranza dei nostri padri ci ha salvato. Ha ribaltato completamente le sorti avverse e ha fatto crescere tutti. Siamo il continente che spreca cibo ed energia, nonostante tutto. E siamo anche una meta ambita, non solo dai turisti di tutto il mondo. Solo qualche giorno addietro un rapporto ufficiale della Polizia di Frontiera del nostro Paese ha messo in evidenza che ci sono in Libia poco meno di un milione di profughi pronti a partire per raggiungere l’Europa. Un massa di povera gente, che non ha nulla da perdere, disposta ad affrontare la morte per potere anche solo sperare in un futuro. Nel prepararci all’appuntamento elettorale dobbiamo riflettere bene su quale casella apporre la croce. Ne va del futuro nostro, ma anche e soprattutto di quello dei nostri figli. Molto è da cambiare, ma siamo solo all’inizio di un cammino che potrà essere lungo e soddisfacente per tutti se sapremo valorizzare e perfezionare quello che è stato fatto fino ad ora.






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