RISOTTO, RANE E SBRISOLONA NEL MANTOVANO

Alla scoperta di una trattoria d’altri tempi

Castel D’Ario è un piccolo comune della provincia di Mantova, al confine tra Lombardia e Veneto. Una di quelle zone della pianura Padana dove la nebbia si taglia col coltello per molti mesi l’anno. È noto per aver dato i natali a Tazio Nuvolari, indimenticato campione automobilistico. E gli abitanti si sentono un po’ come il loro più illustre concittadino, piloti che con le automobili ci sanno fare. Così nella fitta nebbia si sentono sicuri, talvolta troppo, e viaggiano come se vedessero perfettamente i confini della stradine che attraversano i campi, strette e fiancheggiate da fossati. Così può accadere, come accade, che qualche auto finisca fuori strada o ne tocchi una che sta sopraggiungendo in senso inverso. Ci sono abituati ed anche questo fa parte del vivere a Castel D’Ario. Col sole è tutta un’altra cosa. Il centro del piccolo borgo che di snoda lungo la via Roma è armonioso, con le case non eccessivamente alte che hanno il loro giardino che le tiene separate dal traffico. Molte strade sono state chiamate col nome di illustri poeti. Non potevano mancare Virgilio e Dante, ma ci sono anche Petrarca, Montale e così via. Con la presenza di canali, canaletti e fossati che sono una costante. Pesci gatto, rane e lucci sono i loro abitanti che l’uomo ha saputo adattare alle proprie esigenze alimentari. Alla Locanda Pesce 21 sono particolarmente abili nel trasformare quella materia prima. Il locale si presenta come una tipica trattoria lombarda di qualche decennio addietro. L’ingresso è separato dalla sala da pranzo, per non far entrare aria fredda durante la stagione invernale. Sala da pranzo che è un grande stanzone, non proprio insonorizzato, ma neppure eccessivamente rumoroso, dove la convivialità favorisce lo scambio di battute e di assaggi tra i tavoli vicini. Il risotto è il piatto forte, con le rane o col pesce gatto. Riso vialone, veronese, che cuoce senza rilasciare eccesso di amido che lo farebbe diventare appiccicoso. I chicchi sono ben divisi e il sapore veramente delicato. Per rimanere sulle materie prime locali il fritto di rane è veramente superbo, asciutto e delicato che esalta il gusto della rana, purtroppo proveniente dalle profondità del congelatore. Ottime comunque. Eccezionale, infine, la sbrisolona di riso. Un dolce che val la pena di assaggiare e, per chi può permetterselo, di essere anche bissato. La gentilissima proprietaria che serve a tavola lo propone con il liquore di mirtilli e il suggerimento è molto valido. Una perfetta accoppiata che lascia uno splendido ricordo e il desiderio di tornare a Castel D’Ario per gustare sapori e atmosfera d’altri tempi. Il tutto a prezzi veramente molto accessibili e che fanno godere ancor di più il piacere della tavola.






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