DALLA SICILIA UN SEGNO FORTE DI CAMBIAMENTO

La Regione ha abolito le province ottenendo significativi risparmi economici

La nostra Italia, come una gran parte dei Paesi industrializzati, sta vivendo un momento di grave crisi economica. Non siamo, fortunatamente, sull’orlo del precipizio, ma poco ci manca. Almeno stando a quel che ci dicono gli economisti. Perché a guardare quel che accade intorno a noi il precipizio sembra essere già arrivato. Un numero crescente di famiglie è attanagliato da una crisi economica senza precedenti che sta coinvolgendo anche molti di coloro che solo fino a pochi anni addietro si potevano considerare benestanti. Il lavoro scarseggia, anche in settori come quello dell’edilizia, che ha sempre costituito un forte motore per l’economia. Piccole aziende che avevano fatto investimenti sono costrette a chiudere, il turismo ristagna e l’agricoltura risente di mercati in continua contrazione. La famiglia è la prima a pagare le conseguenze, talvolta anche tragiche. Non sono da dimenticare gli ormai innumerevoli casi di persone che si sono tolte la vita per questa ragione. Ritrovarsi senza lavoro in un’età nella quale non è per niente facile ricollocarsi può essere causa di depressione e di gesti estremi. I giovani non hanno prospettive, a differenza di quanto è sempre avvenuto. Dovrebbe essere un dovere morale per la società quello di dare una prospettiva alle nuove generazioni, di consentire loro di coltivare sogni e speranze. Purtroppo nella situazione nella quale ci troviamo non è facile intravedere una via d’uscita. È fin troppo ovvio che la politica è quella che dovrebbe dare indicazioni, fornire possibili vie d’uscita, indirizzare le scelte e orientare le decisioni. Un ruolo fondamentale per la vita sociale, ruolo che era stato ben compreso fino dai tempi più antichi. La civiltà greca ci ha fornito un esempio dell’importanza della politica per la vita sociale degli esseri umani. Un ruolo che sembra essersi perduto. Lo spettacolo che ci viene offerto oggi, nel nostro Paese, va esattamente nella direzione opposta. La politica sembra interessata solo alla divisione delle poltrone e delle cariche, a incomprensibilmente lunghi giorni di meditazione e di dichiarazioni. Intanto le settimane corrono anche per tutti coloro che hanno problemi economici gravissimi, che non riescono ad arrivare a fine mese, che combattono ogni giorno la battaglia dell’esistenza in situazioni di povertà. Come sia possibile alla classe politica spiegare a tutti loro le sottili disquisizioni politiche e i giochi dei palazzi rimane un mistero. Tutto questo accade ancora nonostante i forti segnali di insofferenza verso la politica tradizionale che sono venuti dalle recenti elezioni nazionali. Un segno di cambiamento, forse ancora in embrione, sta arrivando dal sud. La notizia che la Regione Sicilia abbia votato una legge per la soppressione delle province apre una nuova prospettiva. I tagli che tutti auspicano, la ristrutturazione dell’organizzazione delle Istituzioni sembra essere cominciata. Si stima che questo cambiamento porti ad un risparmio reale dei costi che non sarà forse sufficiente a far cambiare rotta all’economia, ma che rimane un segnale importante. Che il sud sia il motore di un cambiamento vero? Ce lo auguriamo. Senza però dimenticare che la Sicilia è la patria del “cambiare tutto per non cambiare nulla”.






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