PENSANDO AI FIGLI DELLE MADRI UCCISE TRA LE MURA DOMESTICHE



Possiamo immaginare che esista una situazione peggiore che il vedere la propria madre uccisa dalla violenza del suo compagno? Possiamo pensare che ciò possa cancellarsi dalla memoria anche se accade quando i figli sono in tenera età? Risulta difficile per ognuno di noi immaginare tutto questo, ma proviamo a pensare a ciò che è accaduto e, purtroppo continua ad accadere, tra le mura domestiche in moltissimi casi femminicidio che avvengono in presenza di minori. Il marito o il compagno comincia ad alzare la voce e la madre si difende gridando. Il litigio va avanti a lungo e già questo mette il minore in uno stato di grave agitazione. Poi la lite sfocia in una tragedia. L’uomo aggredisce fisicamente la donna, in molti casi utilizza un coltello o uno strumento per colpirla ed il sangue comincia a sgorgare copioso. Lei cerca di difendersi come può, ma senza successo e presto le forze le vengono meno e non si muove più. In questa scena, comune a tanti atti di violenza e femminicidio, i minori sono terrorizzati, si nascondono, cercano di fuggire da quella scena terribile. Vorrebbero cercare l’aiuto della loro madre, ma quella poveretta non può più fare nulla per loro. Fino a che arrivano le forze dell’ordine, prelevano i minori, li portano in luoghi impersonali fino al loro affidamento. Difficile descrivere questo strazio in poche righe, ma di certo questi bambini cresceranno con immagini drammatiche nelle loro menti, non avranno più l’affetto della loro madre, la casa, la routine della quotidianità. Le loro vite saranno sconvolte. Il femminicidio sarà punito dalla giustizia, ma non verrà punito ciò che viene compiuto sui minori. La violenza compiuta sulla madre si ripercuote in modo grave e permanente sui figli, spesso figli anche di chi ha compiuto l’omicidio. Ed allora che cosa potranno pensare crescendo questi giovani? Mio padre ha ucciso mia madre ed ora è in carcere. Avranno voglia di vederlo di nuovo? Vorranno aggrapparsi a quell’esile filo che li potrebbe legare alla famiglia preesistente? Non credo ci possa essere una risposta universale. Ognuno di loro potrà elaborare la tragedia secondo la propria sensibilità ed esperienza ed in qualche caso potrà, forse, arrivare a ristabilire un rapporto con colui che ha ucciso la propria madre. Lo vogliamo almeno sperare per continuare a credere che il perdono è sempre più forte dell’odio.






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