QUANTO VALE OGGI LA VITA UMANA?



Ci si dovrebbe domandare ogni giorno quale sia il valore della vita umana. O forse della vita in generale, di qualsiasi essere vivente che abita il nostro pianeta. Ma rimaniamo sul senso attuale della vita degli esseri umani. Automobili che sfrecciano ad altissima velocità per le strade cittadine si trasformano in armi micidiali che uccidono pedoni, ciclisti ed automobilisti. Una semplice auto che ha il solo scopo di trasportarci da un punto all’altro e renderci così la vita confortevole diventa strumento di morte, come un’arma da guerra. Bilanci ancora tragici alla fine di ogni anno ci fanno capire che la sola repressione non basta. Occorre l’educazione, nel senso che bisogna far comprendere che il mezzo è pericoloso e la pericolosità aumenta con il crescere della velocità. Ed occorre altresì far capire che, sebbene ci si senta protetti all’interno dell’abitacolo, causare un’incidente stradale può sconvolgere l’esistenza di chi lo subisce ma anche di chi lo causa. Non sono sole le ferite fisiche che fanno male, ma anche le ferite della coscienza, dell’anima di chi vivrà con il rimorso di aver causato un danno grave che poteva essere evitato. Nella tragica guerra che stiamo vivendo attraverso i reportage degli inviati in Ucraina i morti si contano a migliaia. Da una parte e dall’altra ci sono dichiarazioni che affermano di aver ucciso numeri impressionanti di esseri umani, i quali, da morti, fanno solo statistica. Ma chi erano quelle migliaia? Semplicemente persone, uomini e donne con la loro vita, le loro esperienze, il loro sapere, le loro gioie ed i loro dolori che da un giorno all’altro vengono annientati nell’esistere e diventano semplici numeri. In questo terribile conflitto muoiono anche i civili ed i numeri sono giornalmente più piccoli. Due nel tal villaggio, dodici nella tal città, otto colpiti al mercato e quattro in automobile. Solo semplici e crudi numeri. Come ben sa chi soffre per una malattia, la vita è un bene preziosissimo, insostituibile che dovrebbe essere difeso con ogni mezzo ed in misura prioritaria. Dono divino per chi crede o semplice trasmissione di caratteri ereditari per i non credenti la vita non può essere messa in secondo piano, considerata come un bene di consumo, come se potesse essere ricomprata. Una considerazione a parte merita la tragedia di un diciassettenne che ha ucciso a coltellate una sua coetanea e l’ha caricata su un carrello della spesa, avvolta in un sacco della spazzatura per poi abbandonarla vicino ai cassonetti dell’immondizia. E’ questo il valore che viene dato oggi alla vita? Forse la colpa ricade sulla mia generazione.






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