SEMPRE PIU’ DIFFUSO IL RISTORANTE DOMESTICO



Il ristorante domestico è sempre più attivo e gettonato nel nostro Paese. Si tratta molto spesso di un’attività complementare, messa in atto per arrotondare le entrate familiari oppure semplicemente per misurare le proprie abilità culinarie e confrontarsi con i ristoranti cittadini. Il primo problema, per un potenziale avventore, è riuscire ad individuare un ristorante domestico. Per loro natura non hanno insegne di alcun tipo ed difficile trovarli anche facendo una ricerca su internet. La forma di comunicazione pubblicitaria più diffusa è il passaparola e per questo se siete in viaggio sarà molto improbabile riuscire a gustare specialità locali preparate in una vera cucina familiare. Peccato, perché nell’esperienza di chi scrive la qualità riscontrata è stata sempre assai elevata. Il secondo punto a sfavore è dato dal fatto che, solitamente, non accettano clienti singoli o coppie, ma solo gruppi che partono da un minimo di sei persona per arrivare a dodici, massimo quattordici. Occorre poi prenotare con largo anticipo, almeno un paio di giorni prima, in modo da consentire i tempi tecnici necessari all’acquisto delle materie prime ed alla loro trasformazione. Ma appena si riescono a superare queste difficoltà si apre un mondo nuovo per il palato. Chi realizza il ristorante domestico propone le proprie specialità, i piatti che vengono maggiormente lodati e gustati e che, assai spesso, derivano da una tradizione familiare. Per il menu ci si accorda telefonicamente ed è consigliabile lasciare che vengano fatte alcune proposte. Accettare sempre i suggerimenti sui piatti della tradizione locale è un suggerimento da non trascurare. Al momento della cena si entra in una vera casa, talvolta elegante, talaltra popolare, ma l’accoglienza è sempre al top. A tavola poi si esprime il meglio, con piatti che non sarebbe possibile gustare ad un ristorante tradizionale perché troppo complessi o troppo semplici, ma sempre ricchi di quella materia prima indispensabile in cucina: l’amore verso il cibo e verso chi lo consuma. Come si dice “la cucina è il luogo dove i sentimenti si trasformano in minestre”.






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