CRESCONO I LOCALI VIETATI AI BAMBINI

Una situazione che allarma: dove si fermeranno i divieti?

La prima volta che mi imbattei in un divieto del genere fu alle isole Hawaii. Ero andato in vacanza con la famiglia, una bambina di sette anni, ed un’isola, non ricordo quale, era vietata ai minori di 15 anni. La cosa mi dette fastidio, ma, si sa, negli Stati Uniti tutto è privato ed ognuno può decidere di far quello che vuole nella sua terra. La sensazione rimase a livello di semplice infastidimento per non poter accedere a quell’isola, ma niente di più. Me ne feci una ragione e cambiai la meta. Il fenomeno, però, sembra essere in espansione anche in Europa. Un numero sempre crescente di locali si definiscono “liberi dai bambini”. È perfettamente comprensibile che starsene seduti a tavola, magari durante un incontro galante, con bambini che rumoreggiano intorno non è del tutto piacevole. Capita talora che i bambini interpellino direttamente chi se ne sta comodamente seduto, magari gustando la specialità del posto, il miglior piatto del ristorante. E sul più bello un “moccioso” si avvicina con la sua automobilina e chiede di essere considerato. Una situazione che molti ristoratori non vogliono più permettere, perché desiderano tutelare completamente la loro clientela, preservarla da ogni tipo di fastidio. Non sono solo i ristoranti ad applicare il divieto di ingresso ai bambini, ma anche molti alberghi, stazioni termali ed interi villaggi turistici. Fino a quando il fenomeno rimane circoscritto a pochi casi, a situazioni particolari che male potrebbero adattarsi alla frequentazione di un pubblico di ragazzini, il problema non esiste. Diventa importante e sale all’attenzione nel momento in cui si assiste ad una crescita significativa dei luoghi considerati “off limits” per i più giovani. Diventa una vera e propria discriminazione, in contrasto con le leggi ed il vivere civile. Se oggi danno fastidio i bambini, che peraltro rappresentano il nostro futuro su questo pianeta, forse domani potremo vietare l’ingresso ai biondi, a quelli più alti un metro e settanta o a chiunque altro. “Lasciate che i pargoli vengano a me” non è stato detto a caso. I bambini rappresentano la continuità della storia dell’uomo ed hanno diritto di cittadinanza ovunque e comunque, senza alcuna distinzione. I bambini sono bambini di ogni colore ed a qualunque religione appartengano i loro genitori. Se vietiamo loro l’ingresso al ristorante chi dice che poi non lo vieteremo a tutti coloro che non tolleriamo perché li riteniamo diversi da noi? Nel film La vita è bella un cartello recita “vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani” e questo non va dimenticato. Forse l’unico cartello che oggi si può appendere dovrebbe recitare: vietato l’ingresso agli imbecilli.






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