TIMIDI SEGNALI PER LA PACIFICAZIONE DEL SUD DEL MEDITERRANEO



Nel nuovo anno che si apre sembra che ancora nulla sia cambiato sul fronte delle popolazioni che migrano verso il continente europeo. Gli interminabili viaggi, fatti di privazioni e miserie che sembrano persino impossibili da sopportare, di fame e di freddo, di umiliazioni e negazioni della identità personale e, soprattutto, di enormi rischi per la vita stessa, sembra non abbiano fine. Abbiamo passato le festività ascoltando indifferenti le notizie dei bambini annegati nel mare egeo mentre cercavano disperatamente di avere un futuro, abbiamo festeggiato con i nostri parenti ed amici mentre scorrevano le immagini di lunghe file di profughi che a piedi percorrono migliaia di chilometri. Ma fino a quando questa situazione continuerà ad essere sostenibile? Lentamente sembra che il mondo occidentale abbia preso coscienza del problema e pare che qualche timido segnale si renda percepibile. Alcuni interventi nei luoghi di guerra stanno cercando di regolarizzare la situazione e di far rientrare nelle loro case le centinaia di migliaia di profughi che sono fuggiti dal terrore. Altro segnale positivo viene dagli accordi per la creazione di governi stabili in grado di rimettere in sesto interi Paesi lacerati da guerre intestine e divisi in insostenibili regionalismi. Segnali appunto, fiammelle tremolanti che ancora non sono in grado di illuminare il futuro del giardino del Mediterraneo. L’auspicio per il nuovo anno è che si possa consolidare quell’opera di pacificazione che è condizione indispensabile perché si possa riprendere a vivere e sperare nel futuro anche in quelle regioni che sono state martoriate da anni di terrore e divisioni nel nome di integralismi religiosi che hanno alimentato odio fratricida e distruzione delle già scarse risorse. La pace è condizione per poter ricostruire quello che è stato distrutto. Intere città, strade e ponti sono andati perduti e sarà necessario lavorare per rimettere in moto la vita. Ci auguriamo che il nuovo anno sia proprio così, come lo vorremmo e come lo vorrebbero tutti coloro che ancora fuggono e mettono a rischio il proprio esistere.






Nome:
E-mail:
Testo: