APPALUSI CHE SCUOTONO LA COSCIENZA DELL’EUROPA



Questo mese abbiamo fatto attendere a lungo i nostri lettori prima di pubblicare il nostro commento ai fatti del periodo. Questo giornale guarda agli avvenimenti del Mediterraneo e dell’Europa e vuole essere un ponte ideale tra le sponde del “Mare Nostrum”. Osserviamo con attenzione particolare gli avvenimenti di queste giornate che vedono un esodo di proporzioni storiche. Intere popolazioni si stanno muovendo verso l’Europa e percorrono vie di mare, ma anche di terra. Le tragiche notizie di barconi affondati col loro carico umano di disperazione non fanno più notizia. Oggi si parla quasi esclusivamente della pressione sulle frontiere di terra dell’Europa. Una pressione enorme che alcuni cercano di contenere erigendo barriere di filo spinato che evocano tristi ricordi di un passato da ricordare per non ripetere. Nelle stanze ovattate si discute della ripartizione di questo flusso di uomini come se si trattasse di quote latte o di quantità di grano da produrre per ogni Paese. La verità che ne emerge è che nessuno vuole accollarsi una parte di questa marea umana, ogni governante vuole proteggere la sua comunità senza che questi estranei ne possano turbare l’equilibrio. Uomini e donne che affrontano viaggi di migliaia di chilometri, molti dei quali percorsi con il mezzo di locomozione del quale ci ha dotato la natura, che arrivano sfiniti in un’Europa che non li vuole. Alcuni di loro hanno un parente, un amico o un conoscente che da anni vive in un Paese europeo ed al quale fanno riferimento come un faro nel buio della loro prospettiva di vita. Le quote di migranti che vorrebbe l’Europa, senza lasciar loro alcuna possibilità di scelta, sono il mezzo per spegnere quella flebile luce di speranza. Stiamo parlando di uomini, e non di mucche. Uomini che hanno le nostre medesime pulsioni ed affetti, sensazioni e percezioni. E nessuno di noi vuol vedere spegnersi la speranza, pena il precipitare in un baratro nel quale chi non ha più nulla da perdere può facilmente arrivare a gesti inconsulti. Ma i popoli europei hanno dato una dimostrazione di forza interiore che non ha eguali e che i governanti stentano a cogliere. Gli applausi che il popolo tedesco ha riservato ai migranti arrivati con i treni sono un segnale forte ed inequivocabile che il cuore dell’Europa è ancora pulsante, che ognuno di noi è disponibile a qualche rinuncia e sente nel profondo la solidarietà che ci deve essere tra gli esseri umani. Sono applausi che dovrebbero far riflettere, applausi che scuotono le coscienze di tutti e dovrebbero segnare una linea di svolta nella condotta politica di questo esodo che sembra non avere fine.






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