SIAMO TUTTI CHARLIE



Il momento più importante della nascita di un giornale è la riunione di redazione. Il Direttore ed i collaboratori discutono ed immaginano quello che sarà messo sulla carta. Sono i momenti durante i quali le idee si trasformano in materia, il pensiero si fa carta ed inchiostro perché altre persone possano leggere quello che è nella mente degli autori. È la massima espressione della comunicazione tra gli uomini. Sempre avviene così quando si scrive. Occorre prima pensare e poi dar forma e sostanza al pensiero. Ma si può uccidere il pensiero? La risposta è una sola: no! Il pensiero non può essere ucciso, non può essere incarcerato, non può essere costretto. Si possono uccidere gli uomini, si possono incarcerare, si possono bruciare i loro scritti, ma il pensiero rimane libero. Possiamo essere in pieno disaccordo con un pensiero, oppure possiamo amarlo, possiamo criticarlo, possiamo ignorarlo. Il pensiero è e resterà libero. L’aver colpito ed ucciso uomini e donne nel momento in cui si accingevano a far nascere il frutto del loro pensiero è come aver colpito la nostra ragione di esistere come esseri umani. Noi siamo tali perché abbiamo la facoltà di pensare e neppure la peggiore barbarie potrà toglierci questo dono inestimabile. Siamo tutti Charlie






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