AMATA GRECIA STAI RISORGENDO?



Di ritorno da un viaggio in Grecia, meta per me di vacanza da qualche anno, ho notato che le imposizioni europee, che hanno determinato veri e propri sconvolgimenti sociali, stanno, forse, dando i primi frutti. La Grecia è stato un Paese che ha pagato duramente la crisi economica. Le riforme dell'amministrazione pubblica si sono rese necessarie prima che altrove. Riforme che hanno determinato una semplificazione di tutti gli apparati statali che costituivano per i greci la maggiore fonte di reddito. Non ci sono grandi industrie, il suolo è privo di risorse estrattive e l'agricoltura è frazionata in piccole proprietà. La Grecia può contare sul turismo, estivo, offrendo centinaia di possibilità adatte per ogni esigenza e per ogni tasca. Ospitalità è la parola d'ordine, dovunque. Ottima accoglienza sempre, grande gentilezza e disponibilità ed assai rara e del tutto assente la percezione di essere stati raggirati. La prima grande riforma dell'amministrazione avvenne nel 2011 ad opera di Kallikratis, il quale operò tagli ed accorpamenti nei comuni e nelle province. Ci furono migliaia di persone che persero in un giorno il posto di lavoro e quelle che rimasero a lavorare ebbero lo stipendio decurtato a livelli molto bassi. Negli anni successivi vennero operati ancora tagli, riguardanti tutti gli aspetti della vita pubblica, fino ad arrivare, nel corso dell'estate del 2013 alla chiusura totale della televisione pubblica. Fu una dimostrazione dell'imposizione dell'Europa per far rientrare i conti economici a scapito di migliaia di lavoratori e dell'informazione pubblica. Nelle strade delle città si vedevano persone anziane costrette a rovistare nella spazzatura per poter mangiare. Aleggiava nel Paese una profonda sensazione di disperazione. La mancanza di prospettive totale ha costretto molti giovani ad emigrare, magari raggiungendo parenti o amici in qualche luogo del mondo non intaccato dalla recessione economica. Chi parte lasciando i propri affetti ed i luoghi che gli sono familiari non sa quello che troverà e lascia un pezzo importante di se stesso e della propria vita nel luogo d'origine. Ma “lacrime e sangue” non sono, forse venute invano. Quello che riporto è solo una sensazione, non è assolutamente confortato da dati economici, ma mi è parso di percepire un cambiamento in positivo. Nulla di eclatante, i pochi capannoni industriali presenti sul territorio greco continuano a rimanere per lo più deserti. Ma almeno per le strade sono presenti numerosi cantieri, si ampliano e si costruiscono vie di comunicazione moderne ed efficienti. Gli investimenti in strade stanno ripartendo e saranno di certo un motore importante per l'intera economia. Sono comunque un segno di speranza e, mi auguro, il segnale di inversione di tendenza. Certo i problemi economici rimangono, non si possono inventare le fabbriche dall'oggi al domani, ma le vie di comunicazione in grado di funzionare bene sono una buona base di ripartenza. Ormai le grandi città sono collegate tra loro da una rete autostradale che si sta completando e questo certamente favorirà gli intersambi interni e verso l'estero. Quello che colpisce è l'attenzione di tutti i cittadini verso il bene pubblico. Non ci sono cartacce e spazzatura nelle strade, tutto è curato al meglio e reso accogliente. Quello che mi ha profondamente deluso tornando in Italia è stato il trovare allo sbarco a Brindisi un campo incolto pieno di cartacce e di rifiuti proprio all'uscita dal traghetto. Siamo così orgogliosi che continuiamo a ripetere che non abbiamo nulla da imparare dagli altri, ma, a volte basterebbe veramente poco per essere almeno come gli altri. I segnali che ho colto li porto nel cuore e spero che il prossimo anno siano ancora più evidenti e che la Grecia, che amo tanto, torni ad essere un luogo che offre da vivere ai sui splendidi cittadini che devono ritrovare il sorriso che a loro appartiene.






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