UN MESSAGGIO UMANO NELLO SPAZIO INFINITO

La sonda Voyager continua a funzionare ed è uscita dal sistema solare

Il disco contenuto nella sonda Voyager1
La sonda Voyager1 venne lanciata nell’ormai lontano 1977 dalla base americana di Cape Canaveral. La sua missione era quella di fare un lungo viaggio, senza ritorno, per studiare alcuni pianeti del sistema solare e, successivamente, perdersi nello spazio interstellare allontanandosi sempre di più dal nostro pianeta. Gli strumenti di bordo continuano a funzionare, almeno parzialmente, ed inviano dati preziosi per gli scienziati. Ci sono ancora poche certezze su quello che avviene negli spazi enormi che stanno tra le varie stelle dell’universo. Le teorie che i fisici elaborano hanno bisogno di essere confermate dalle misurazioni. E non è semplice realizzarle. Quando venne progettato Voyager1 i mezzi tecnici non erano così sviluppati come lo sono ora e le apparecchiature di bordo hanno capacità che oggi possiamo definire limitate. Continuano però a funzionare e a trasmettere dati. In questi giorni la sonda dovrebbe aver lasciato definitivamente il sistema solare, essere uscita dal campo di influenza della nostra stella. Il sole esercita il suo influsso gravitazionale ed emette particelle subatomiche entro quella che viene definita eliosfera. La si può immaginare come una gigantesca bolla circondata dallo spazio interstellare nel quale appunto si trova Voyager1. Si tratta di una grande impresa del genere umano verso la scoperta di quello che sta intorno a noi, nell’immensità dello spazio. Oggi Voger1 è l’oggetto costruito dall’uomo che si trova alla maggiore distanza dal luogo di costruzione. Siamo ormai arrivati ad oltre diciottomila miliardi di kilometri, distanza che i segnali radio emessi dalla sonda percorrono in oltre sedici ore di tempo. Si prevede che le trasmissioni e quindi la comunicazione con la terra andranno avanti ancora per qualche anno, fino al completo esaurimento delle riserve energetiche. A bordo dell’oggetto umano che vaga negli spazi infiniti è stato messo un disco di rame ed oro. Su una faccia sono riportate alcune indicazioni sul nostro sistema solare e sul modo di poterlo far funzionare. Se mai dovesse arrivare nelle mani di qualche popolazione di altri mondi, dotata di mezzi tecnologici adeguati, potrebbe rivelare chi siamo e dove siamo nel cosmo. Sarebbe un primo passo vero verso lo scambio con altri mondi ancora troppo lontani e inimmaginabili. Voyager1 ha anche questa funzione. Quando avrà smesso di funzionare diventerà il portatore di un messaggio terrestre nell’universo. Per questo la sua missione non avrà fine fino a quando continuerà a viaggiare e potrà dirsi conclusa solo quando il messaggio sarà decifrato su un altro mondo. Noi però non saremo in grado di sapere se e quando tutto questo avverrà.






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