La Sicilia conquista con il nettare degli Dei, ma è sempre una questione di famiglia!

Planeta, famiglia radicata nella realtà agricola siciliana. Benanti, imprenditore e che ha deciso di produrre vino di grande qualità “per sé e per gli amici”

In visita a prestigiosi vigneti
Ci sono molti modi per scoprire il carattere di una terra: studiarne la storia attraverso i monumenti più celebri e quelli meno famosi, seguire percorsi poco noti o ancora immergersi tra la gente del luogo. C’è però un modo diverso, che chi è più attento può seguire: è la via del vino, preziosa guida di una Sicilia immersa nei suoi molteplici colori, nelle sue variopinte caratteristiche, attraverso una vendemmia che da fine agosto si allunga fino a novembre partendo dalla costa per arrivare sui rilievi dell’Etna. Oggi parliamo di due storie diverse, su versanti dell’isola opposti, ma con un fine unico, produrre con qualità e portare i propri vini a traguardi impensabili fino a qualche anno fa per un prodotto, come quello siciliano, allora considerato solo per il taglio. La famiglia Planeta che, nel corso degli anni, ha allargato il proprio raggio d’azione spostandosi gradualmente verso Vittoria, Noto ed Etna alla scoperta di zone che avessero caratteristiche speciali e tradizione vitivinicola da valorizzare. Il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Benanti che, grazie all’incontro con l’enologo Salvo Foti, ha avviato una sperimentazione tecnica o scientifica e, definendo un apposito protocollo sperimentale con circa 150 differenti prove di micro vinificazioni, ha portato alla creazione dei primi due vini: il Pietramarina, Etna Bianco Superiore D.O.C., e il Rovitello, Etna Rosso D.O.C., grandi profumi, grandi strutture, grande eleganza. Colpisce l’amore per le cose che fanno, il “rispetto dell’ambiente e della tradizione”, e così il ricordo di Giuseppe Benanti al nonno Giuseppe, colui che gli insegnò, primo fra tutti, il “rispetto” per la vigna, ma anche le antiche tecniche come quella di effettuare la potatura corta, a contare le gemme, a non irrigare: in definitiva a “rispettare” l’ambiente. “Mi conduceva, - racconta - tenendomi sempre per mano, giù nel vecchio palmento della casa padronale di Viscalori (Viagrande CT), per “ascoltare il borbottio della fermentazione, “respirare” il profumo del mosto e assistere all’operazione della “arriminata ‘cco lignu (mescolata con il legno)” da parte del “Massaru Giovanni” finalizzata alla rimozione del capello di bucce dalla superficie del mosto”. Certo che la moda del vino ha creato molte etichette e molti “avventurieri”, pertanto è plausibile chiedersi cosa faccia la differenza tra i produttori e quali siano le leve per uscire dal caos “Il primo vero strumento di distinzione è la qualità; - afferma Chiara Planeta - questa deve essere sostenuta da un costante lavoro di squadra e deve essere affiancata da un’efficace comunicazione. In secondo luogo, è vero, c’è una bolgia di etichette. Per questo l'enoturismo è cresciuto in maniera esponenziale in questi anni. Se volete mettere alla prova un'etichetta, andate a visitare il produttore, i suoi vigneti, la sua cantina. Avrete una chiave di lettura infallibile per comprendere il vino. Per quanto ci riguarda, facciamo visitare le cantine Planeta, in ogni periodo dell'anno, scrivendo a winetour@planeta.it “. “Riguardo l’Etna – dice il Cavaliere Benanti - Il vino dell’Etna, quello “vero” prodotto tutto sull’Etna con i tre principali vitigni autoctoni Carricante, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio da quei produttori, anche piccoli, che dicono sempre “la verità vera”, ha riscosso nel corso degli anni un interesse crescente. Ma la produzione del vino di eccellenza richiede tempo e ingenti investimenti e non esistono scorciatoie per raggiungere alti livelli qualitativi. Il vino “deve” essere espressione di uno specifico terroir, di quella particolare “contrada”! Da un po’ di tempo a questa parte l’Etna è stata definita l’isola nell’isola. La mia nuova definizione, la più rispondente alla realtà di oggi “deve” essere molto più espressiva: “Etna: l’arcipelago nell’isola”. Possiamo concludere con un brindisi con le novità Planeta “un buon Carricante, un vitigno autoctono che coltiviamo sul versante nord dell'Etna. Meno conosciuto rispetto ad altre varietà per bianchi ma molto promettente. Sarà anche interessante seguire l'inizio e l'evoluzione del progetto di produzione del Mamertino a Capo Milazzo, vino citato come uno dei preferiti di Giulio Cesare. Giusto per non dimenticare mai quanto è antica e complessa la storia della nostra terra”. Mentre sul versante Benanti assaggeremo “fondamentalmente due novità: un eccellente vino rosso legato a un ulteriore territorio ed una bella “verticale” di rossi, altrettanto eccellenti, di almeno 10-12 annate!” Il tempo trascorre e, in fondo, dopo una giornata ciascuno, a proprio modo, si riconcilia con il mondo intero, spesso attraverso un buon bicchiere di vino … come non chiederlo a due persone che contribuiscono, con il loro lavoro a questo momento di estasi “Dipende com’è andata la giornata! – sorride Chiara - Ogni vino si addice a un particolare stato d'animo, tempo, luogo, compagnia. Qualche giorno fa mentre fuori pioveva a dirotto, abbiamo aperto una bottiglia del nostro Merlot 2006, ci ha sollevato il morale. Oggi invece è una serata fresca ma serena... ideale per un aperitivo con Alastro 2010, fichi raccolti dall'albero ... e qualche cubetto di formaggio ragusano stagionato. Mentre il pragmatico Cavaliere Benanti, si lascia andare a una riflessione “quando nel lavoro si è coinvolti emotivamente, quando le nostre azioni sono sempre sostenute da un impegno costante, quando viviamo all’interno di un contesto in continua evoluzione, quando operiamo con onestà e umiltà, quando amiamo il frutto del nostro lavoro, quando abbiamo la coscienza di aver fatto del bene, non dobbiamo riconciliarci con il mondo ma essere contenti di noi stessi ed avere una sincera consapevolezza di se! Vale dunque la pena di condividere tutto questo con le Persone che si amano ripetendo uno dei nostri pay-off “Guardare Avanti, Vedere Oltre” e celebrare la vita ringraziando ogni istante CHI ci consente di viverla con questi sentimenti, magari brindando con un buon calice di spumante “NOBLESSE” Benanti! E come non dar loro ragione!!!






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