L’ISTRUZIONE E’ LA STRADA MAESTRA PER L’INTEGRAZIONE CULTURALE



I flussi migratori che paiono inarrestabili, ci pongono di fronte a tematiche che mai erano state affrontate nella storia dell’uomo. Quali possano essere le conseguenze è difficile da immaginare, ma quel che è evidente è il fatto che la vecchia Europa vuole e deve difendere i propri valori. I migranti non sono invasori, sono esseri umani che in cerca di un futuro, futuro che è loro negato nelle terre d’origine. Nessuno si muove se non ci sono ragioni che lo spingono a rischiar la vita e a cambiare radicalmente per avere una prospettiva. Migrare, così come fecero nel secolo scorso molti nostri connazionali, per avere una speranza di lavoro, anche minimale, di miglioramento e di costruzione della propria esistenza. Noi dobbiamo fare esame di coscienza e pensare alle politiche scellerate ed assai poco lungimiranti del passato. Abbiamo spesso colonizzato e sfruttato territori, senza rendere nulla alle popolazioni locali. Istruzione e cultura sarebbero stati assolutamente necessari per aprire prospettive e creare lavoro e, soprattutto, per contrastare i fenomeni estremistici che danno origine al terrore. Abbiamo lasciato il campo libero e, come sempre avviene in natura, lo spazio è stato occupato da chi ci vuole combattere con ogni mezzo. Così può accadere che i migranti che arrivano sul suolo europeo possano essere considerati persone poco rispettose della nostra identità e della nostra storia. In molti casi può essere vero, e ciò deriva certamente dalla mancanza di cultura, della quale, come detto sopra, siamo spesso noi i responsabili. Il credere che quello che ci hanno insegnato sia pura verità, il non conoscere altro che la dottrina è appartenuto anche alla civiltà europea. Basti pensare a quello che abbiamo vissuto con l’ultimo conflitto mondiale. Non erano forse ciechi fanatici intolleranti molti dei nostri nonni che si sono impegnanti attivamente? Gli errori della storia si scontano e ci vuole tempo perché possano maturare coscienze, abitudini radicate e costumi radicali. Chiedere a gran voce rispetto reciproco è sacrosanto, ma dobbiamo comprendere che spesso la richiesta cade nel vuoto. Quando un migrante di fede mussulmana, come è la maggior parte, sbarca in terra europea pensa a trovare una moschea dove poter pregare, dove potersi unire ai suoi correligionari per condividere i riti di adorazione a Dio che ci fanno spesso superare le angherie di questa vita terrena. Che cosa fecero i nostri nonni che sbarcarono nelle Americhe? Esattamente la stessa cosa, con una differenza sostanziale che nel nuovo mondo lo spazio era illimitato, mentre nel vecchio continente siamo tanti e le risorse naturali sono limitate. Riusciranno la scuola e l’istruzione ad integrare culture che oggi sembrano inavvicinabili? La risposta è ancora ignota, ma è l’unica strada percorribile.






Nome:
E-mail:
Testo: