LE FESTE TRADIZIONALI: OCCASIONE PER RIFLETTERE

Giornate da vivere con gioia dimenticando per qualche ora i problemi quotidiani

Un momento della spettacolare bengalata di Gallese (VT)
L’estate è la stagione durante la quale si inseguono in tutta la Penisola manifestazioni popolari che hanno notevole seguito. Il palio di Siena ne è un esempio. Si corre il due luglio e il sedici di agosto e la famosissima piazza del Campo è sempre gremita. Non solo dai senesi, ma anche da moltissimi turisti provenienti da tutto il mondo. E’ così da molti anni, anzi del caso di Siena lo è da secoli. Le nostre tradizioni hanno radici antiche che si tramandano pressoché inalterate nel corso del tempo. Vale per il palio di Siena, ma anche per moltissime manifestazioni a carattere locale che sono meno conosciute e frequentate. Ogni borgo, ogni cittadina, ogni paese, ha la festa del Santo protettore, la ricorrenza storica di una battaglia o, più semplicemente una sfida da ripetere ogni anno. Sono occasioni particolari, giornate durante le quali si ritrovano gli abitanti, ma anche coloro che hanno lasciato il territorio e si sono trasferiti. Gli emigranti tornano, di preferenza e compatibilmente con le possibilità, nel periodo di festa del paese di origine per ritrovare amici e parenti. Giornate di gioia durante le quali sacro e profano spesso si mescolano ed assai spesso la cucina occupa un ruolo di primo piano. I festeggiamenti sono accompagnati da piatti tradizionali, in qualche caso creati e ripetuti espressamente per la ricorrenza. La “torta di riso” che si prepara ad Ortonovo per la festa della Madonna del Mirteto ne è un esempio. Recentemente si sono svolti i riti religiosi e pagani in un piccolo borgo della provincia di Viterbo, Gallese. Qui riposano le spoglie mortali di un monaco di origini tedesche vissuto quasi novecento anni orsono. Morì il giorno otto di agosto non prima di aver compiuto prodigi e guarigioni. La sua salma, incorrotta, giace nella basilica che gli fu dedicata e fu tale la sua fama che il nome tedesco venne cambiato in Famiano. Una splendida processione ne venera ancora oggi la memoria e una serie spettacolare di fuochi viene accesa sulle mura di Gallese al cospetto della statua del Santo che, portata a spalla in processione, viene deposta ad ammirare lo spettacolo. Anche se i festeggiamenti di san Famiano a Gallese non godono di ampia conoscenza, una discreta folla si accalca soprattutto per ammirare lo spettacolo della “bengalata”, i fuochi accesi dalle mura cittadine. Un momento importante per gli abitanti che provano intense emozioni ogni anno, e per i visitatori occasionali che hanno la possibilità di riscoprire l’importanza delle tradizioni in una dimensione che può essere definita a misura d’uomo. Nella nostra epoca che ci vede sempre più prostrati di fronte ai consumi, sopraffatti dai problemi che affliggono l’economia individuale e collettiva, nell’incertezza di un futuro per noi e per i nostri figli, queste ricorrenze hanno una grande importanza. Ci fanno sentire e vivere momenti diversi da quelli di ogni giorno. Non abbiamo alcun timore di parlare con chi casualmente ci sta vicino, non ci vergogniamo ad esternare le nostre sensazioni e non siamo costretti a tacere di fronte a qualcosa che ci prende e ci affascina. È un po’ come tornare bambini. E nelle caldi estete italiane si vivono intense emozioni che ci appaiono fuori da ogni dimensione temporale. È forse la certezza di assistere a qualcosa che ha visto chi ci ha preceduto e che andrà oltre le nostre vite. Ci viene da pensare che la società andrà avanti fino a che esisteranno le ricorrenze, un ponte vero tra passato e presente.






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