MORTI DI FAME E DI SETE NEL MARE NOSTRUM
Pubblicato: 12 settembre 2022 Categoria: RIFLESSIONIAutore: Elvis Felici
Ancora vittime sulla via della speranza
Nell’apprendere che sei migranti sono morti di fame e di sete su un barcone mi vengono i brividi. Non è accettabile che nel 2022 ancora si possa morire in questo modo nel Mediterraneo, un mare che dovrebbe avvicinare e non essere il letto di morte di tre donne e tre bambini.
Il contrasto con quello che oggi mettono in evidenza i quotidiani è molto forte, basta aprire i loro siti. Non voglio citare quello che vedo, potrebbe apparire irriverente, ma ognuno può farlo e giudicare da se stesso. Domando a me se è accettabile, se quelle vite non potevano essere salvate con uno sforzo collettivo piccolo piccolo. Pare venissero dalla Siria, ma poco cambia se fossero partiti da un qualunque altro Paese. Tentare di vivere una vita che valga la pena di essere vissuta è da considerarsi un atto nobile, degno di rispetto. Appiattirsi e lasciarsi vivere non porta certo il progresso, né del singolo e neppure della collettività.
Ma oggi pare che il problema di chi muore sia secondario rispetto a tutto il resto. Quei profughi arrivavano dalla Siria verso la quale è in atto un protocollo che prevede l’accoglienza ed un viaggio sicuro per raggiungere l’Europa. Ma forse non tutti coloro che cercano di andarsene da lì hanno ben chiara questa possibilità, forse molti di loro si lasciano convincere dagli scafisti, forse molti non hanno neppure i documenti oppure non osano avvinarsi alle ambasciate o ai luoghi ufficiali nei quali viene predisposto il trasferimento. Il fatto è però inequivocabile: tre donne e tre bambini sono morti di fame e di sete nel Mediterraneo. Tutto il resto non ha importanza, ormai per loro. I nostri sistemi di sorveglianza così avanzati hanno la possibilità di seguire le imbarcazioni che navigano nel Mare Nostrum, ed in particolare le coste del nord Africa sono ben sorvegliate. Ma che cosa stesse accadendo a bordo di quell’imbarcazione non è stato forse neppure immaginato. Si può morire in tanti modi, ma non di fame e di sete a poche miglia da noi.
Che colpa hanno avuto quei tre bambini se i loro genitori hanno provato a dare loro un futuro? Farli morire di fame e sete è indegno di una società che ama definirsi civile. Io ne sento il peso sulla coscienza e forse non sono il solo.