REGOLE LOCALI IN ECONOMIA PER LO SVILUPPO DEI POPOLI



La società civile si basa sulle regole. Le regole sono indispensabili per poter condurre la nostra esistenza senza essere costretti a combattere continuamente col nostro vicino o con chiunque voglia provare a sopraffarci. Le regole, o leggi che dir si voglia, si sono sedimentate attraverso i secoli e poi modificate e riscritte in tempi più recenti. Alcune di queste valgono da quando esiste l’uomo. Ad esempio il divieto di rubare, che tra l’altro è anche un comandamento della Chiesa Cattolica, esiste da sempre. Se fosse permesso il farlo tutti tenteremmo di rubare qualcosa e il vivere comune non sarebbe possibile. Le leggi hanno proprio questo scopo, ovvero di permettere che tutti noi possiamo avere garantito la nostra integrità fisica, dei nostri beni materiali e ci siano permessi i diritti fondamentali quali quello di poterci spostare, di poter esprimere le nostre opinioni e così via. Queste semplici considerazioni possono sembrare ovvie, scontate, ma non è sempre così. La funzione delle leggi per il vivere civile è un concetto che va scomparendo agli occhi di molti. Siamo sempre meno portati a pensare che le leggi siano fatte per tutelarci, per salvaguardare prima di tutto noi stessi. Il comportamento di alcuni uomini politici ci induce a pensare che, talvolta, le leggi siano fatte per favorire qualcuno o qualche gruppo. Forse è proprio così e questo fatto genera un male al quale ci dobbiamo opporre con forza, perché la regola non vale più per tutti, ma solo per una parte della società. Anche se, come si dice, ob torto collo, siamo in ogni caso tenuti a rispettare le leggi. Nel nostro mondo, che si sta modificando in maniera rapidissima, sorprende il constatare che i bambini non vengono più educati al rispetto delle regole con la stessa intensità di un tempo. Oggi vengono lasciati a se stessi ed imparano, crescendo, a loro spese quanto sia importante avere il controllo delle proprie azioni per poter rispettare le norme del vivere civile. D’altro canto l’eccesso di regole pone dei legami eccessivi allo sviluppo, soprattutto economico dei popoli. Nella Europa ben organizzata e ben gestita ci sono regole che scandiscono ogni momento della giornata dei cittadini, mentre al sud, sulle sponde del Mediterraneo, la tendenza a disattendere le regole è più forte. Fattori culturali, povertà diffusa, temperature alte possono influire sui comportamenti individuali. Però le leggi e le norme non devono impedire che si possa vivere di quel poco che è disponibile per molte popolazioni. Le regole del commercio valgono per tutti, così come il codice stradale, ma non si può impedire di portare al mercato i prodotti della terra con i mezzi, magari poveri, dei quali si dispone. La società civile, quella del benessere economico, dovrebbe riflettere su queste situazioni e fare regole locali che possono valere in condizioni particolari. È più che giusto tutelare la salute dei cittadini facendo i controlli sulle attrezzature dei ristoranti, ma il gestore della trattoria che per decenni ha sfamato la gente con attrezzature di cucina semplici che non rispondono più alle normative attuali non deve chiudere. Le regole vanno bene sempre, ma devono essere proporzionate alle situazioni specifiche e quel che si può applicare nella florida Europa non è sempre possibile sulle sponde del Mediterraneo. E di questo i politici, che sono i preposti a produrre le leggi, tengono raramente di conto. Sarebbe sufficiente che vivessero anche per pochi giorni nelle assolate regioni del sud per rendersi conto che la teoria, spesso, è assai differente dalla pratica.






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